giovedì 23 giugno 2011

Chi ha ucciso madame Clodette?...

3 Cpitolo...                Villa Regina...                                                                                           Erano ormai passati tanti anni da non contarli piu', ma ancora quando ci pensava sopratutto in certe notti, quella ferita si riapriva e riportava in superfice un dolore tale da aver voglia di urlare tutta la sua disperazione, non aveva piu saputo nulla di lei, mai piu' rivisto i suoi occhi , sentito la sua voce, ma certe volte percepiva ancora il suo profumo...Ancora non capiva  perche' era sparita così, buttando via il suo amore e tutti i suoi sogni...Squillo' il cellulare che si trovava sul tavolino di vetro,al buioCarlo  cerco' di raggiungerlo urtando il tavolino, e versando la lattina di birra che ormai era diventata calda, erano le 02.00 "Pronto commissario?"Era  un giovane ispettore del suo commissariato."Si "Rispose Carlo, che succede?"C'e' stata una chiamata , ha telefonato una donna, molto preoccupata... dice che la sua padrona non risponde al telefono, dice che e' molto strano"..."Ma chi e' questa donna?" Chiede Carlo" E' la dama di compagnia della Contessa Clodette ,Ginette Spanier,oggi era la sua giornata libera e questa sera doveva telefonare per assicurarsi che tutto fosse tranquillo, la signora e' anziana, e vive sola.Ha continuato a telefonare ogni quarto d'ora ma nessuna risposta, ha così preso un taxi ed e' andata alla villa, dice che si vedono le luci accese,ma la signora non apre!" "Va  bene" Risponde Carlo "Dammi l'indirizzo" Carlo doveva andare a Villa della Regina, che si trovava sulla collina torinese, appena sopra alla Gran Madre imbocco' una stradina stretta in una delle zone collinari piu' ricche dellla citta'.I fari illuminavano l'asfalto grigio ,pieno di buche e rattoppi.Ai lati della strada si innalzavano altissimi alberi e  facciate di ville nobiliari,o cancelli monumentali di ville nascoste piu'nell 'interno.Contro il cielo nero, le chiome degli alberi erano ancora piu' nere.Arrivo' davanti alla villa al numero 117,era una Villa molto antica in stile villa romana, era appartenuta al Cardinale Maurizio Di Savoia, ma ormai da molte generazioni apparteneva alla famiglia della Contessa Clodette Spanier...Alle 03.15 Carlo si trovo' di fronte al cancello della villa, li ad aspettarlo c'era la dama di compagnia di madame Clodette, una giovane ragazza dell'est europa un po' strana...Non c'era un filo d'aria gia' a quell'ora!!Di fronte a lui un colossale cancello in ferro battuto con minacciose punte, il commissario si presento' alla ragazza che lo guardava seria e che piangendo diceva che ormai non c'era piu' nulla da fare per la sua padrona, lei sentiva che era morta...In quel momento arrivo' con un'ape il giardiniere della villa, un ometto piccolo di statura ossuto e con le mani legnose,la ragazza lo aveva chiamato, solo lui e i nipoti della signora, spiego' avevano le chiavi della villa, ma i nipoti erano in vacanza alle isole Canarie...Il giardiniere  tiro' fuori dalla pettorina un grosso mazzo di chiavi, con una di queste apri il cancello ed entro' con l'ape..In fondo a un giardino buio e pieno di alberi, si intravedeva la sagoma scura della villa.Dietro le alte siepi di alloro, si vedeva il rettengolo di una  finestra illuminata.Carlo mise in bocca un'altra sigaretta, smettere in quel momento era un'impresa troppo ardua anche per uno come lui, all'improvviso tutta la stanchezza che aveva accumulato  pesava come un macigno, aveva il desiderio di sdraiarsi in quel giardino così silenzioso,avrebbe voluto assaporare la pace che avvolgeva la villa, e sarebbe rimasto li per ore a guardare il cielo e a pensare al passato.Carlo noto' che la casa era di tre piani con cinque finestre  per piano, tutte chiuse tranne quella illuminata, al primo piano.Attraverso i vetri si vedeva un soffitto affrescato, ed una delle due finestre era aperta. Il giardiniere consegno' le chiavi a Carlo, che si raccomando'rivolgendosi ai due prima di aprirla ,di non toccare nulla, anzi di rimanere fuori...La serratura  resistette cinque minuti prima di aprirsi sembrava forzata.Appena la porta fu aperta un soffio fresco, tipico delle veccchie case,diede una sferzata a Carlo, che si senti quasi rinascere , appena dentro chiamo' a gran voce i due cognomi della donna,ma nessuno rispose ,mentre saliva gli scalini e guardandosi attorno vedeva solo  pochi mobili in stile baroccco e qualche quadro alle pareti, chiamo' la donna con il suo titolo nobiliare.Nulla silenzio assoluto,arrivo' al piano superiore salendo una scala monumentale in pietra , al centro dei gradini era fissato un tappeto rosso consumato dal tempo...Carlo prosegui in direzione della luce, continuando a chiamare Madame Clodette,arrivo' dinanzi ad una porta appena accostata nel corridoio  la luce di un neon lampeggiava fastidiosamente ,busso'alla porta, nessuna risposta,allora la spinse e si sentì un brivido leggero passargli sulla faccia, come se fosse finito in una ragnatela e appena entrato nella stanza.......      "Harwen"

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